martedì 11 dicembre 2007

Cult


Ma secondo voi, mi facevo sfuggire questo exemplum di stile che, oltretutto, fa pendant coi colori del mio blog?

martedì 4 dicembre 2007

Stratrash

Ieri sera, dopo "Detective donna" (un po' troppo zeppo di luoghi comuni, prevedibilità varie e non proprio recitato benissimo), Vespone ha forse superato se stesso: una puntata sul "trucido Marzouk" nella quale l'invitato di punta è Lumumba. Il breve servizio parla della connection Marzouk-Corona nonchè del fatto che Corona e Lumumba starebbero per incidere un disco.
Evidentemente l'incesto non è più un tabù.
Un'altra testimonianza delle intense relazioni tra Trento e Perugia sono testimoniate dalla presenza di Lumumba a Trento nei giorni scorsi (così mi dice una mia alunna, che l'avrebbe visto con i suoi occhi).

venerdì 30 novembre 2007

Alla ricerca delle nugatine

Devo dire che sono molto contenta di come ho passato il giorno del mio compleanno, ieri. Il pomeriggio avanti sono andata con Jonah, il Magnifico, in centro, in un negozio di caramelle e dolciumi che amo molto: ho preso mezzo, dico, mezzo chilo delle meravigliose Nugatine della Venchi, un esperienza poetico-psico-sensoriale da provare, amici e amiche mie! a cominciare dall'incarto. Sembrano inoffensive caramelle, chiuse a ciuffo come tutte la caramelle che si rispettino, ma già i colori dell'incarto, secondo me, hanno un che di speciale: un moretto con un turbante dai colori verde bottiglia, oro e bordeaux. All'interno c'è questa che sembra ancora un'inoffensiva (e un po' noiosa) caramella...eppoi la metti in bocca ed il cioccolato un po' amarognolo si scioglie e fa capolino la nugatina vera e propria: nocciole tritate grosse impastate con caramello. Ebbene ho sparso sulle mie tenere classi questo sapore di una volta; mio padre mi ha detto che lui se le ricorda da bambino, proprio uguali, anche nell'incarto. Nella mia terza linguistico anche una mia alunna compie gli anni il 29 novembre. Non ci potevo credere: le mie cicce hanno fatto un regalo anche me! Ma quanto sono cocche le mie alunne...e pensare che sono quelle che vedo di meno. Mi hanno regalato un corno rosso.
Verso sera sono andata con una nuova amica, Isabella, a fare proprio quelle cose trucide da femmine: girare per i negozi un po' provando, un po' no, come le bambine nei negozi di giocattoli, eppoi abbiamo bevuto uno spumante tranquille, in un locale discretamente fighetto ma dove si beve molto bene. Sono tornata a casa e...appena entro, mi corre incontro Jonah e mia madre e mio padre mi cantano buon compleanno: ma quanto sono fortunata! ma quanto sono fortunata a poter dormire nel lettone con Jonah la sera del compleanno!

martedì 20 novembre 2007

Il delitto di Perugia visto da qui...

In effetti, anche se mi spiace questo accento morbosetto, "il delitto di Perugia" mi coinvolge abbastanza. Naturalmente è perchè conosco la città: Cogne o Garlasco non mi dicono niente.
Ero al telefono con la Babi quando hanno parlato per la prima volta del delitto:"...ah sì, hai sentito del delitto successo qui? una ragazza trovata assassinata...uno degli accusati, secondo me lo conosci, è un africano...". In effetti non lo conoscevo poi, Lumumba.
--------------------------------------------------------------
Ieri sera mi sono un po' lasciata intortare dal Vespoide. E dire che proprio uno o due giorni fa stavo pensando:"...ecco....tra un po' ne parleranno anche dal Vespone...sarà un altro delirio tipo Cogne...che palle...".
Per molti versi mi lascia proprio annichilita questa storia: il fatto di vedere le foto con il volto sorridente, felice di Meredith (proprio una bellissima ragazza secondo me: mi ricorda la Biancaneve di Walt Disney) e che sembra proprio impossibile che sia morta. Qualche volta penso che possa risorgere da un momento all'altro. Una ragazza perbene, un ragazzo perbene, che fuori dalla casa dello strazio si baciano...eppoi l'afrobartender e l'afrotedesco (notizia che ho letto avidamente questa mattina su yahoo). Non so...mi sento un po' una merdaccia, però è la prima volta che una notizia di nera mi prende tanto...
In fondo anche io ho fatto l'Erasmus (...oddio in Germania, stretta tra l'Istituto di Archeologia Classica e le lesbofemministeanarchiche e "L'impero dei sensi" in lingua originale con i sottotitoli in tedesco...). In fondo anch'io in un periodo un po' strano della mia vita -neanche poi tanto lontano- ho frequentato soggettoni vari a Perugia, facendo del sesso patetico su un orrido materasso (sporco) buttato per terra. In Africa mi sono trovata in situazioni piuttosto borderline, come provare a calmare il fidanzato strafatto e ubriaco di una mia amica di allora, il quale brandiva una bottiglia di birra rotta con lo scopo di sfregiare (sbudellare?) qualcuno: con l'incoscienza che mi contraddistigue, tutti si sono allontanati con un balzo felino e io, per sbloccare la situazione mi sono avvicinata dolcemente a lui per riportarlo in sé...Per citare solo alcune delle follezze che ho fatto. In effetti è proprio questa la cosa che lascia amarezza, che Amanda non è una fattona, il suo ragazzo non è un pappone, nè il ragazzo ricchissimo e viziato alla Lapo, per dire, che si può permettere ogni cosa, il Lumumba è padre di famiglia, l'Ivoriano, è un tedesco di origini africane. Lo so che sono banalità, quelle che dico, ma il meccanismo dell'aggressività e la dinamica dei rapporti e dei ruoli di genere e di razza che portano alla violenza estrema, mi lasciano sempre stupita, incredula. Mi sa che sono troppo ingenua per 'sto mondo.

venerdì 19 ottobre 2007


Trovo che sia di una bellezza sublime

...e di altre inadeguatezze...e di altre depressioni

Eh sì, non c'è niente da fare...in certi momenti mi coglie un senso di inadeguatezza che, quasi, quasi, mi blocco...
Il mio medico antroposofo mi ha dato un "compito" l'ultima volta che ci siamo visti. Devo coltivare -diciamo- queste -diciamo- virtù: POSITIVITà, EQUANIMITà e l'ultima non me la ricordo. Ho scritto tutto su un foglietto diligentemente conservato dentro l'agenda ma, siccome sono inadeguata, ho dimenticato l'agenda altrove; nella mia borsa c'è: necessaire per il trucco -mi sono detta che una ragazza, alla mia età, non può andare in giro senza [mascara, correttore, specchietto, miniprofumo, kajal e, ca va sans dire, rossetto-], bustina con [Rescue Remedy, Cibalgina Fast, roll-on aromaterapico alla rosa e pezzuola per occhiali], una bolletta scaduta da pagare, lo statuto dell'associazione culturale R.O.S.A, portafoglio, chiavi di varie case e di varie macchine -no, non faccio la sborona: ho le chiavi di casa mia e di mia madre, della mia macchina e della macchina di mia madre, della bici di mia madre, per ogni evenienza...-. Ho tutto questo ben-di-dio ossessivo-compulsivo, ma non ho la mia agenda...

Dunque, sto a malapena a galla nella mia disorganizzazione: quattro classi diverse, due terze -un linguistico e un sociale, una quarta -linguistico- e un gruppo interclasse di archeologia di belve di prima e insegno quattro materie diverse -italiano, latino, storia, archeologia-. Ho a malapena cominciato a interrogare, mi sembra di essere lentissima nell'affrontare gli argomenti, non ancora fissato le varie prove: a volte penso che la sistematicità sia il mio mostro o il mio monstrum.
Non riesco a studiare quanto vorrei: nè sui manuali, nè su saggi; alla fine, colta dall'ansia, studio un po' sul Segre-Martignoni, un po' sul Salinari-Ricci, un po' sul Raimondi nella speranza di contenere tutto nella mia avida eppur limitata testolina.

Con W. è un periodo quasi d'oro: ho le mestruazioni e non l'ho nemmeno sbranato, sono solo lievemente malmostosa...

Jonah è a casa con la scarlattina e lo sto curando sia con antibiotici che con medicine omeopatiche.

Ho trovato un nuovo parrucchiere.

E sono entrata nel sito di Babsi Jones dopo molto e, subito, mi ha colto una folata di voglia di autodistruzione, di sangue, di sporco, di rovinatudine: voglia di ubriacarmi e sbavare sul letto, che magari riesco a essere poco-poco creativa e non solo una donnetta puntigliosa e perfettina.

Mi sento inadeguata alla vita, proprio.

La mia capacità di resilienza è praticamente pari a 0.

martedì 16 ottobre 2007

Dybbuk

Come Arpie
mi ciondolano sulle spalle, sensazioni
mi trascinano le frange dei
miei Dybbuk.

giovedì 4 ottobre 2007

mercoledì 3 ottobre 2007

lunedì 1 ottobre 2007

Intorno ai dreadlock


Solitamente non sono molto d'accordo nell'usare immagini di persone non conosco, sono contraria al cannibalismo visuale cui siamo sottoposti: la penso un po' come gli American Natives che pensavano che una foto rubasse l'anima. Però quando ho visto questi due rasta-monelli, mi sono sembrati così simpatici e vitali che non ho potuto non condividerli.







Ma non è veramente cocco quest'asino?(almeno credo che sia un asino...).



Non ho resistito...(come ben si sa, resisto assai poco: sarà anche questa una delle cause dell'accumulo indiscriminato cui assoggetto il mio corpo, la mia casa e la mia mente), dunque avendo scoperto come applicare le immagini al blog, non ho resistito dal cercare in internet qualche foto carina per illustrare degnamente un blog che cita il dread come metafora. Tra le varie immagini ho trovato irresistibile quella dei fili di lana multicolor che ho scelto come apertura. Tutti questi colori mi hanno inebriato a tal punto che ho "dovuto" rifare il layout al blog quindi, improvvisamente, il dread ha assunto un significato diverso, di confusione esistenziale e disordine ma anche di gioia e bellezza, una sorta di chaos creativo: i dread possono anche essere "pettinati" e ordinati e comunicare grande gioia vitale come nei fili di lana colorata.
Se i miei amici e le mie amiche si degnano di dare un'occhiata anche al mio blog (è vero che che molto tempo non c'è un aggiornamento a morire...), o anche solo chi è interessato al mio blog, mi dessero il loro parere e/o suggerimenti estetici a riguardo, io sono più che felice.

Ci sarebbe poi da fare una serie di notazioni in merito ai dreadlock: ciò che sembra casuale o meglio, naturale, in realtà è studiatissimo e curatissimo.
Nella cultura e nella religione Rastafar-I si fa risalire l'uso dei dread alla vicenda di Sansone che non si doveva tagliare i capelli come prescrizione religiosa, pena la perdita della forza; alcuni sostengono invece che il riferimento estetico è alla criniera del leone, specialmente tenendo presente che i riferimenti culturali per i rastafariani provengono dall'Africa.
Una delle regole religiose del rastafarianesimo è la naturalezza: tutto deve essere puro e naturale quanto più vicino alla creazione originale. Quindi le donne non devono truccarsi perchè significa alterare la bellezza naturale, il cibo deve essere il meno manipolato possibile, quasi crudo, cucinato senza sale, vegetariano. Possono essere mangiati solo i pesci che corrispondono ad un pollice di lunghezza e assolutamente vietati i crostacei in quanto razzolano il fondo del mare e quindi "impuri". Queste le regole della cucina I-tal. Tornando ai dreadlock nello specifico, è un tipo di pettinatura che solo all'apparenza è arruffata: i capelli devono essere molto ordinati, curati, acconciati.
Quasi mi sembra di essere tornata ad alcuni anni fa, quando ero entrata nel trip del rastafarianesimo e dei dreadlock (che poi ho tagliato perchè non ci stavo più dentro). E della discussione con un'amica di internet messaggi che era un'afroamericana rasta purissima che voleva trasferirsi con un uomo sudanese conosciuto via-net, 'per l'appunto in Sudan e coltivare la terra (!), la quale mi aveva fatto un torrone che non finiva più perchè io mettevo il rossetto.

...ma voi, mi vedete senza rossetto?Io non so immaginarmi senza...e qui è cominciato declino del mio fervore spirituale ed alimentare per il rastafarianesimo...

giovedì 27 settembre 2007

Salopette


Questa signora in salopette mi è sembrata di una bellezza e di uno stile veramente strepitosi!
Sarà la mia linea guida per il prossimo anno!
La foto proviene da The Sartorialist

mercoledì 26 settembre 2007

"La sposa turca" ovvero di che cosa sia l'amore


Ho visto questo bellissimo film due anni fa con due mie amiche, delle quali una era incinta verso l'ottavo o nono mese.
L'ho rivisto quasi tutto un paio di settimane fa quando l'hanno dato in tv. Il momento era particolare: ero in "zona camicia di forza" perchè avevo avuto la solita discussione isterica con W., inoltre, contrariamente a ciò in cui credo, avevo comprato lo Xanax (un mio amico mi ha detto che lo usava un suo amico bipolare...) e ne avevo preso alcune gocce.
Ero quasi febbricitante mentre guardavo il film. A proposito di traduzione e traduzioni, il titolo originale in tedesco è "Gegen die Wand", contro il muro. Anche se, per una volta, trovo il titolo italiano, comunque interessante e abbastanza adeguato.
E' un film di una forza speciale, rara. L'inizio è fulminante: un uomo dall'aria pesantemente rovinata si schianta con la macchina contro un muro, si salva e viene mandato in un centro psichiatrico. Cjahit è a colloquio con lo psichiatra:

p.:-Lei ha tentato il suicidio.
C.:-...e chi gliela detto?
p.:-non c'erano i segni di frenata sull'asfalto. Lei deve trovare un senso alla sua vita; faccia del bene, vada in Africa a fare volontariato. Ha presente quella canzone che dice "if you can't change
the world, change YOUR world"? ecco, lei deve cambiare il suo mondo...
C.:- Lei ha bisogno di uno psichiatra...

Cjahit se ne va lasciando lo psichiatra che ripete questa frase.
E' un film montato quasi come fosse una tragedia greca, con i "quadri" intercalati dal coro, che è rappresentato da un'orchestra e da una cantante; si esibiscono all'aperto, suonando musica tradizionale turca sullo sfondo del Bosforo e di quella che è stata la basilica di santa Sofia.
Il film parla di tante cose: anzitutto del rapporto d'amore e, se vogliamo, di quanto noi siamo abili nell'illuderci con desideri non desiderati realmente (quanto è difficile sapere quello che si vuole!), di turco-tedeschi di seconda generazione, della libertà. Sibell, l'altra protagonista del film, scopre la libertà lungo una via tortuosa che la porta dalla libertà sessuale a quella dei sentimenti per poi portarla alla libertà personale in Turchia, dove ritorna dopo essere stata ripudiata dal padre e dove scende fino agli inferi.
L'attore che interpreta Cjahit è intenso e molto affascinante e viene dal teatro; l'attrice che interpreta Sibell è luce pura ed è bravissima. Il film ha avuto un orso d'oro molto contestato nel 2004, anche a causa sua perchè proviene dal porno.

Mentre guardavo il film, ero proprio in preda alle emozioni perchè pensavo alla mia situazione e mi sembrava che qualunque storia d'amore, anche la più complicata e disperata avesse più senso della mia, che mi sembrava (e mi sembra, forse) senza spirito d'amore. In realtà poi, se penso alle mie storie d'amore passate, mi sembra di non aver mai amato: credo, in effetti, di non sapere che cosa sia "amare". Suppongo che amare sia anzitutto aprire i sensi ed il sentire, all'altro. Ormai, alla mia età, non credo più che l'amore corrisponda all'innamoramento, al lasciarsi trasportare dalla passione; rimanere disponibile in ascolto dell'altro significa accettare una componente di apparente passività.
Tutto il mio essere e vivere fondamentalmente "di testa" è quello che mi fa essere afasica a livello emotivo e sentimentale. Per questo motivo, forse, non riesco a chiudere con W.
Anche perchè cosa c'è da chiudere se non si può dire obiettivamente che qualcosa sia mai stato aperto?
Il mio medico antroposofo mi ha detto che mi comporto come una spettatrice nei confronti della mia vita, che devo cominciare a "vivere", che questo processo di atrofizzazione ovviamente è autodistruttivo.
Mi si apre un periodo di grande lavoro sul sentire e sul come sentire.
In un racconto che ho letto si scrive che non si può "buttare via" l'amore, un amore, anche se non è esattamente come lo desideriamo (o pensiamo di desiderare): è un delitto contro gli dèi.

martedì 18 settembre 2007

Flashdance

Non ho resistito. Ho visto "Flashdance": era tardi, stamattina avevo la prima ora, ero un po' sfatta dopo il lunedì di fuoco, ma l'ho visto. E' stato un tuffo meraviglioso negli anni '80, un tuffo meraviglioso nella mia adolescenza. Sono molto affezionata a questo film, per ragioni del tutto istintive ed emotive; mi sembra di averlo visto al cinema con mio padre. E mi ricordo perfettamente di un servizio di moda su "Lei", come si chiamava allora "Glamour", dove si prendeva spunto dal film per mescolare felpe grigie e tacchi a spillo rosso fuoco.Ovviamente quasi del tutto immettibile. Era un periodo della mia vita dove adoravo tanto la danza; nella mia follia già andavo a vedere gli spettacoli avant-gard di Oriente/Occidente, quando erano venuti Carolyn Carlson e Kazuo Ono, ed il Butoh era diventato la mia passione. Mi sembra che in quel periodo fossi fissata con il Giappone, la letteratura giapponese e andavo dicendo che avrei fatto lingue orientali a Venezia. E non pensavo minimamente che sarei stata quello che sono oggi.
Immaginavo il mio futuro molto diverso.
Tornando al film, è fondamentalmente il tipo di film che io amo: dialoghi radi, gli avvenimenti non sono raccontati tramite le parole, ma con le immagini, semplicemente. Come Antonioni.
All'epoca Michael Nouri mi sembrava un gran figo, invece rivedendo Jennifer Beals con gli occhi di oggi, mi ha fatto impressione: ha un visino tanto da ragazzina e, all'epoca non avevo minimamente percepito che fosse afroamericana. Comunque è molto più bella oggi, in "The L World" (anche se non lo vedo mai perchè secondo me è di una noia mortale). Se non sbaglio poi, credo sia uno dei primi film che ha fatto conoscere la breakdance in Italia.
E voi amici e amiche, che cosa facevate, che cosa pensavate, dove eravate all'epoca di Flashdance?

martedì 24 luglio 2007

Capelli e orgoglio

Mi sono tagliata i capelli: finalmente ho la nuca libera! Ho una specie di bob sfilato che con i miei capelli mossi assume un'aria un po' casuale, spettinata, sono-appena-scesa-dal-letto. La mia parrucchiera di fiducia è a Pieve Tesino e mi paice perchè mi affronta sempre. Ho fatto la signorina perchè mi aveva schizzato con un po' d'acqua e lei:"...ma dài! non hai il fondotinta. E neanche il mascara. E neanche l'ombretto...l'è sol 'n poc' de acqua!". Ho adorato la sua maniera di farmi notare che forse dovrei curarmi un po' di più: esco tutta in tiro cosmetico solo a PG, sennò sfiguro con le mie amiche fighe...in primis, la Babi!!!

Ho preso il coraggio a quattro mani, ho strizzato il mio orgorglio fino farne poltiglia e sono andata a parlare con la prof. di Psicologia Clinica per farmi dare qualche indirizzo per rassettare e resettare il mio corpo e la mia mente: la mia reazione è stata una delle cose più patetiche visibili in natura. Con gli occhi rossi e gonfi e la voce piccola piccola, perchè sennò scoppiavo in un pianto a dirotto, le ho spiegato cosa volevo. Lei, gentilissima (facendo finta di niente), mi ha detto che secondo lei, dovrei "affidarmi", farmi prendere in carico da un centro che lei conosce molto bene, a Bologna, dove lei ha lavorato e dove prendono in considerazione tutti gli aspetti: appoggio psicologico, analisi per il metabolismo e funzionalità della tiroide, dieta, gruppi tipo Alcolisti Anonimi (si chiamerranno Buzziconi Anonimi?).
Mi spaventa un po' il viaggio, il gruppo (i gruppi mi mandano in paranoia: perchè dovrei versare lacrime amare e raccontare i miei dolori a un gruppo?), i soldi: mi sembra che tutto ciò mi rubi tempo prezioso chessò...per leggere, studiare...ha ragionissima la Babi, ho perso la dimensione corporale con la vita, ho perso il contatto con il mio corpo: paradossalmente a ciò che superficialmente può comunicare il mio aspetto, che potrebbe far pensare ad una goduriosa impenitente, in realtà ho imboccato la via sicura della desensorializzazione, ritraendomi tutta nella mia mente, nelle attività di pensiero.
Zambrius!Ho bisogno e di una bibliomanzia e di audiomanzia!!!!!

Due settimane nel delirio

Dopo due settimane di summer school di abilitazione per il sostegno pensavo di scraniare...per il vero pensavo di scraniare durante queste due settimane passate quasi giornalmente su e giù tra Trento e Bressanone. Mi sono fermata un paio di volte a dormire, quando proprio non ci stavo più dentro. Come ben sapete, amici miei, sotto una quasi-maschera o mezza-maschera (o semplicemente uno dei lati dei mia multiforme personalità) di allegria e socievolezza, si nasconde un lato al limite del sociopatico, o forse soltanto di triste aggressività mal gestita: passare qualcosa come 8 ore al giorno, dal lunedì al sabato, per due settimane, con gente, la maggior parte della quale non condividerei nemmeno un tramezzino ammuffito, ha rappresentato per me una bella sfida. Una nota positiva è stata l'aver realizzato un progetto su mia ispirazione, relativo alla costruzione di collages per illustrare i momenti salienti del cartone animato Kirikù e la Strega Karabà: ne sono venuti fuori cinque cartelloni secondo noi molto belli. Abbiamo stampato a colori alcune immagini del film, abbiamo fatto una ricerca iconografica sull'arte dell'Africa occidentale per rintracciare l'iconografia utilizzata poi nel film. Un gruppo ha poi sviluppato la parte teorica, l'unità didattica vera e propria. Il tutto esposto ai "compagni di classe"con musica africana in sottofondo. Qualcuno commenterebbe: Serena Afroriented!oppure: Serena Afrorelated! Comunque le due paite (=tacchine in dialetto trentino), come avevo soprannominato le due prof, sono rimaste entusiaste. Mi sono quasi commossa perchè mi hanno molto apprezzato... hanno addirittura detto che dovrei fare qualcosa all'università... e io che le ho soprannominate "paite": mi sento quasi in colpa...
Comunque...mi sono innamorata...(quando ho detto così una mia amica, una delle poche alla ssos, mi fa "di nuovo!") mi sono innamorata del prof. neuropsichiatria infantile...si chiama Benedetto Dordi. Ha l'età di mio padre, gli occhi azzurri, fisico asciutto estremamente ironico, di una pazienza fuor di misura, pluridivorziato (pare), con un monte di specializzazioni: pediatria, neonatologia, neuropsichiatria, esperto in ADHD...amante di fumetti, conoscitore di Corto Maltese, praticamente...mio!Anche se poi l'ho tradito e ho scelto di fare l'abilitazione in "riduzione dell'handicap visivo". Mi appassiona la figura di Braille: sto seriamente pensando di imparare il Braille e il sistema dei segni e di insegnarli anche a Jonah.
Faccio la tesi sulla problematica della lettura agevolata, più legata agli ipovedenti e a patologie degenerative dell'occhio e della vista, che non alla cecità pura. Ho deciso di inserirla in un ambito più ampio, quello della democrazia partecipativa e quello del problema dello standard generale calibrato sul maschio-sano-adulto; questa problematica coinvolge non solo i disabili in quanto tali, ma anche le donne, o i bambini, o le persone in una momentanea situazione di handicap.
Sono una serie di idee che mi frullano in testa da un po' di tempo, anche se non avrò la possibilità di approfodire le mie tesi, visto i tempi strettissimi, però almeno voglio dare e darmi delle tracce da studiare anche in seguito.

venerdì 22 giugno 2007

In Libreria

Da molto tempo non entravo nella mia libreria preferita: Gli Artigianelli. Per il vero la mia libreria preferita era La Drake, -per il luogo, lo spazio, i libri, il personaggio che la gestiva- però è stata chiusa già da diversi mesi. Si trovava in un palazzo ottocentesco dietro il torrione medievale e aveva dei soffitti con volte a crociera altissimi; aveva l’aria di essere stato un magazzino e Daniele, il proprietario, l’aveva lasciato allo stato brado: muri un po’ scrostati ma con un graffito bellissimo di un writer famoso. Lo spazio era molto grande, tanto che Daniele aveva messo delle panche per sedersi comodamente ed anche un meraviglioso distributore di acqua fresca gratuita. Nell’ultima metamorfosi D. aveva attrezzato un’area per i bambini, non solo con i libri per loro ma anche una lavagna con gessi colorati, carta e pennarelli per disegnare… Si trovavano i libri che piacciono tanto a me: ayurveda, meditazione, esoterismo vario, tarocchi, Feldenkrais, Gurdjieff; libri di case editrici un attimo “devianti” come Edizioni Mediterranee (un titolo da me posseduto a mo’ esempio: Sufismo ed Esicasmo. Esoterismo islamico ed esoterismo cristiano, che non ho mai letto, peraltro), Aequilibrium, Luni Editrice, Astrolabio, Ubaldini; però anche libri e case editrici d’assalto come la Shake Edizioni, oppure piccole e poco conosciute. Daniele, il proprietario, era un tipo che poteva essere molto rude e sarcastico: è stato studente di sociologia ed anche uno dei massimi promotori e responsabili dell’occupazione a Trento. A mio avviso è stato uno di quei soggetti molto ambigui politicamente ed eticamente che sono riusciti a manovrare, in parte, l’occupazione per trarne il massimo beneficio personale. Mi viene in mente quella strepitosa canzone di De Andrè che ha tradotto e riscritto da Brel, se non sbaglio, intitolata “Morire per delle idee”. A parte questi dati, trovavo sempre molto divertente e rilassante entrare nella sua libreria, perché l’assetto non era rigidamente strutturato ma lasciava spazio per dei viaggi autonomamente organizzati, per quella ricerca e ritrovamento random che io amo tanto: sono fermamente convinta che il caso ci permette di trovare più cose, anche quelle che non pensavamo di cercare. Per questo motivo provo sincero dispiacere per l’eliminazione degli archivi cartacei: il computer, che dio lo benedica! La messa in rete dei dati e degli archivi pure, ma la soavità dello stare in piedi davanti ad uno schedario e con i ditini “sfrusciare” e scoprire mondi nascosti, è impagabile; è impagabile la capacità di darsi/prendersi tempo per cercare –e magari perdersi- senza necessariamente avere chiaro in mente cosa. Mi sembra la dimostrazione più alta di umanità, quella che vorrei insegnare ai miei alunni.
Torniamo alla libreria Artigianelli che è l’esatto contrario della Drake, se lì entravo per rilassarmi, per fare genericamente un giro, per riprendermi da un duro pomeriggio d’insegnamento con i ragazzini caratteriali e disadattati della scuola professionale, se lì entravo per fare due chiacchiere con Daniele, agli Artigianelli regna la massima efficienza: libri perfettamente organizzati per romanzi, con la sotto-organizzazione per generi e per continenti, per saggi –storia, sociologia, storia ecc…-, strenne e così via, al piano interrato il settore libri per bambini, cucina (slurrrp!), manuali-benessere, computer ecc… C’è un settore, che io adoro, che è quello dedicato alla storia delle religioni, alla religione cattolica in particolare, tipo libri per il catechismo e così via… cosicchè trovi una traduzione con testo a fronte di un Padre della Chiesa, di altissimo pregio filologico della Fondazione Lorenzo Valla, accanto al libro delle mie preghiere, accanto alla nuova traduzione della Bibbia dell’Einaudi con introduzione di personaggi vari da Bono ad Antonia Byatt al Dalai Lama. Gli Artigianelli sono nati come istituzione religiosa che aveva come scopo il recupero di ragazzini orfani o provenienti da famiglie disagiate, che venivano avviati ad una professione, quella di tipografo. Tutt’oggi la scuola è una scuola professionale provinciale tra le più vivibili: parlando con il direttore cui avevo portato il curriculum per insegnare lì, mi aveva detto che gli studenti che escono dagli Artigianelli, sono tipografi e grafici ricercatissimi, che molto spesso si fermano dopo i tre anni della durata della scuola e prendono stipendi da capogiro: un ragazzino 17enne che prende al primo impiego 2000 Euro con contratto a tempo indeterminato. (In effetti sono indecisa se per Jonah sia meglio andare agli Artigianelli oppure all’altra famosa scuola professionale per la formazione di tecnici enologi, l’Istituto di San Michele, fondato nell’Ottocento: ha più probabilità di girare il mondo come enologo e sommelier che come laureato…). Ad ogni modo agli Artigianelli tendenzialmente entri se sai quello che vuoi, perché è tra le librerie più frequentate di Trento, è riferimento per i docenti di Lettere, che è lì vicino, e dunque i commessi, sono sempre iperimpegnati e schizzatissimi. Sebbene molto gentili disponibili e simpatici. Compreso il mio amico Simone che è il direttore della libreria che ha svecchiato e de-papizzato la libreria rendendola più dinamica, con cui raramente riusciamo a scambiare due chiacchiere. Ebbene questa mattina, nonostante dovessi riordinare il consueto delirio casalingo, sono andata agli Artigianelli perché ho dimenticato di ordinare i libri che ho dato da leggere ai miei alunni per l’estate: Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond, uno dei saggi di geostoria più belli che ho letto e che mi ha spinto a leggere anche Collasso, sempre di J.D. e L’Epopea di Gigamesh. Gilgamesh secondo me è uno dei paradigmi della letteratura occidentale per ciò che riguarda i temi e la narrazione; in Gilgamesh c’è tutto: dalla ricerca dell’immortalità, al viaggio come topos letterario della ricerca di sé, alla vita come viaggio iniziatico, alle pratiche amoroso-sessuali come elemento civilizzatore dell’essere umano, al rapporto uomini-dèi, al tentativo di sconfiggere la morte. Le prime redazioni sono state fatte risalire al 2000 a.C., forse anche prima. La tavoletta che descrive il Diluvio Universale, ripreso nell’Antico Testamento, era conservata nel Museo Archeologico di Baghdad: non si sa dove sia, dopo il saccheggio del… di quando? Da quanto tempo l’Irak è stato invaso? Da quanto tempo siamo in guerra? Ecco, se c’è una cosa che mi indigna fino all’impazzimento è il saccheggio della Biblioteca e del Museo Archeologico di Baghdad, il rogo sconvolgente della Biblioteca di Sarajevo (ricordate amici e amiche mie Cupe Vampe dei C.S.I?), il progressivo “smontaggio” dei templi perduti nella giungla cambogiana come Angkor Vat, oppure in India come il tempio di Khadjuraho. Lo sterminio dei “custodi” del sapere e delle culture e della storia dell’uomo è il baratro, la barbarie dell’umanità.
I miei studenti si sono rivelati molto svegli e organizzati, si sono recati loro agli Artigianelli ed hanno ordinato loro i libri…
Dal mio giro mattutino in libreria sono uscita con: Kitchen Confidential. Avventure gastronomiche a New York, di Anthony Bourdain e Il mondo a tavola. Precetti, riti e tabù, di Chef Kumalè. Inoltre ho fatto tenere da parte due libri di Alice Munro e un libro di giochi di Salani. Quando mi arriva lo stipendio, oltre a pagare delle bollette in evidente arretrato, prenderò inoltre Train, di Gordon Dexter, I sommersi e i salvati e un libro sulle memorie di un famoso ermafrodita del Settecento, Barboutine, con la prefazione di Foucault: questo libro lo cercavo da tanti anni, da quando ne avevo sentito parlare da Laura Curino riguardo ad uno spettacolo sulla tavola di Mendeleev allestito dal Teatro Settimo di Torino, che però non ho mai visto e che loro non portano in giro da vent’anni. Barboutine, rappresentava il mercurio, se non sbaglio.
Sono inoltre uscita con una voglia totale di scrivere e pensavo di fiondarmi a scuola per usare la tecnologia colà presente e poi, e poi mi sono ricordata che, in effetti, anch’io ho a casa un computer, il magnifico Apple da museo del design, un iBook bianco e blu, che credo abbia 7 o 8 anni, forse di più, che mi ha regalato Licia. Però è mio, è il mio spazio e mi da’ la liberta di scrivere nel fresco e nell’ombra della mia cucina incasinata color zafferano: mi sento molto Una- stanza-tutta-per-sé.



sabato 16 giugno 2007

Psicologia Clinica: appetizer

Un turbinio di pensieri mi ottunde proprio la testa e le sensazioni: ora sentivo proprio l'urgenza di scriverne, così, in maniera immediata, impulsiva, poi magari, nei giorni seguenti, ripenserò con più calma alle mie emozioni e a quello che ho ascoltato nelle lezioni di Psicologia Clinica. Abbiamo parlato di abuso di sostanze, di dipendenze, delle problematiche connesse con le problematiche alimentari e sono rimasta molto colpita, turbata, anche se non lo dò per niente a vedere. La prof. è veramente brava, interessante e molto sensibile. per ora butto giù queste poche parole a mo' di appetizer, anche perchè sono ancora Bressanone, in una breve pausa della lezione, poi scriverò un post più ampio e ragionato. Venere e Zambrius, vi adoro dal profondo.

mercoledì 13 giugno 2007

La Carla si sposa

Mi domando quale sia il mio valore. Mi domando quale sia il mio posto in questo mondo: sono la madre di Jonah -vado in paranoia a pensare a me in questo modo-, sono l'insegnante disorganizzata ma appassionata -non mi basta-, sono l'aspirante-archeologa-ma-fallita -ecco questo è uno dei ruoli che più adoro quando devo fuggire da me. Ecco, la sfigata che ha studiato lettere classiche con indirizzo archeologico trasferendosi pure a PG a questo scopo e che poi, complice la vita, non è riuscita a "realizzare i suoi sogni" è la parte a teatro che preferisco. Ogni tanto mi piace anche la parte della femmina bianca europea occidentale di cultura medio-alta che "sposa" l'afro in una relazione meravigliosamente "etnica" e per suggellare il tutto (...no...non è per esotismo che sto insieme a un afro...), fa anche un bambino...
Bando al sarcasmo più trito, patetico e deja-vù, quello che voglio dire è che: dopo essere uscita dall'acquario SSIS di due anni, spero di ritornare viva; spero di mettere in ordine la mia casa -che è un bordello-; spero di prendere Wady per mano e dirgli che, per quanto lo ami come papà di Jonah, per quanto lui abbia un effetto, come dire, strutturante sulla mia vita, per quanto gli possa voler bene, io, nel mio cuore, penso che non riusciremo nè ora nè mai a stare insieme; spero di riprendere le relazioni con le mie amiche e i miei amici. Ecco cosa c'entra la Carla. Non so se con la Carla abbiamo smesso vederci di "come prima" a causa della SSIS che, sia io sia lei abbiamo frequentato, o perchè, essendo andata ad abitare col suo fidanzato, ha cominciato a gravitare nell'orbita di lui. Fatto sta che ci saremo sentite telefonicamente meno di una volta al mese; mi pare che l'ultima volta che ci siamo viste fisicamente sia stato tre mesi fa, neanche per mezz'ora. (Tengo a precisare che abitiamo tutte e due a Trento, anche abbastanza vicine). Boh! Io la adoro sotto molti aspetti: ci conosciamo dalle superiori, lei sa quasi tutto di me, abbiamo lavorato insieme, abbiamo litigato e abbiamo, più o meno, risolto. Però ieri, al telefono, quando, libera dallo stress dell'anno passato, le ho parlato liberamente di una serie di cose che mi lasciavano perplessa su come gestiva l'affaire-matrimonio e, più nello specifico in relazione al nostro rapporto di amicizia, mi sono quasi crollate le braccia. ...Ma Carla...non mi conosci? non mi conosci più? Non mi vuoi più? Non mi vuoi più bene?
Perchè una mia amica che si sposa non mi telefona e non mi dice: "Dai Serry, andiamo a sbevazzare che mi sposo! Dai Serry, andiamo a cercare un abito! Serry, mi sposo: devi essere mia testimone! Serry, mi sposo!Non puoi mancare al mio matrimonio, ti strangolo!". (Lo so questo è il mio stile di parlare, di dire le cose, ma è la sostanza del discorso, del desiderio).
Ecco, siccome io, più mi guardo intorno più vedo la farsa al potere e down the street, con la gente che sorride digrignando i denti e mostrando dunque la vera origine antropologica del sorriso, melliflua e di una falsità strabordante, pretendo, SI' PRETENDO, che le mie amiche, i miei amici, se sono tali, mi vogliano bene, mi vogliano, vogliano proprio me per condividere dei momenti importanti, voglio che mi facciano un regalo proprio per me, per la nascita di mio figlio, perchè è una cosa importante, non perchè è una pratica sociale (cosa me ne frega delle pratiche sociali; estetiche magari sì, intrinsecamente, profondamente spirituali e, dunque, interiormente estetiche). Sarebbe anche bello che un'amica e un amico, se dico delle stronzate, se faccio delle stronzate, se pensa che il mio comportamento o le mie parole non le/gli garbino, sarebbe bello, dico, che me ne parlasse: l'inferno è scivolare lentamente ma inesorabilmente nella "cortesia" della sopportazione, della tolleranza, del non-detto per comodità o pigrizia. Invece la mia amica Carla sostiene che uno deve essere libero di fare le proprie scelte, non offrendo dunque il proprio parere o punto di vista o manifestando la propria gioia ed entusiasmo. Il suo nubendo vuole andare al matrimonio in jeans... (questa è una fussnote). E' triste dirlo, ma le relazioni qui nel nord austrungarico sono faticose.

giovedì 22 marzo 2007

IN EFFETTI, OGNI POESIA

In effetti ogni poesia
potrebbe intitolarsi "Attimo".

Basta una frase
al presente,
al passato o perfino al futuro:

basta che qualsiasi cosa
portata dalle parole
stormisca, risplenda,
voli nell'aria, guizzi nell'acqua,
o anche conservi
un'apparente immutabilità,
ma con una mutevole ombra;

basta che si parli
di qualcuno accanto a qualcuno
o di qualcosa accanto a qualcosa,

di Pierino che ha il gatto
o non ce l'ha più.

o di altri Pierini
di gatti e non gatti
di altri sillabari

sfogliati dal vento;
basta che a portata di sguardo
l'autore metta montagne provvisorie
e valli caduche;

che in tal caso
accenni al cielo
solo in apparenza eterno e stabile;

che appaia sotto la mano che scrive
almeno un'unica cosa
chiamata altrui;

che nero su bianco,
o almeno per supposizione
per una ragione importante o futile,
vengano messi punti interrogativi,
e in risposta -
i due punti:


Porto il mio contributo per la Giornata Mondiale della Poesia, anche se in ritardo.
E' la poesia di una poetessa polacca, Wislawa Szymborska. mi sembra che condensi in maniera così lieve, ironica, ma così precisa la magia della parola, l'aspetto quasi sciamanico della parola in forma di poesia.

lunedì 19 marzo 2007

Nel mondo di Zumanity e dei Gormiti- parte II

Vorrei aggiungere piccole ulteriori precisazioni su "Zumanity" per poi passare ai Gormiti. Una delle ragioni per cui ho amato il making of, è il panorama, l'ambiente, il luogo in cui si svolgono le varie vicende: Las Vegas. Las Vegas è lo stesso motivo per cui adoro smodatamente C.S.I. (un altro è il figone fotonico -Gary Dourdan- alto due metri, mezzo afro, capelli castano chiaro, occhi verdi o azzurro chiarissimo, l'altro è Gil Grissom entomologo). Nel mio immaginario è la messa in realtà delle città di De Chirico, o meglio, delle sensazioni che si provano guardando l'immagine della città "moderna": trovo fenomenale una città che, dal nulla del deserto, compare all'improvviso, il fatto poi che non esiste un nucleo è ancora più fenomenale. Zumanity è in programmazione nel teatro costruito ad hoc in un albergo-casinò di Las Vegas, il New York-New York Casinò. L'operatore seguiva i ballerini anche nelle loro abitazioni che erano delle villette a schiera veramente squallide in una zona squallida: mi sembrava che fosse ai margini di Las Vegas, una zona senza alberi, anzi peggio, con degli alberi tristi, sottili sottili, alberelli appena piantati...mi ricordava un po' la zona delle villette a schiera che si vede spesso nei film e telefilm americani. Mi ricordo una zona di villette simile anche in E.T.
L'alienazione più pura: ti credo che gli americani non possono girare senza armi e che spariscono bambini...e che ammazzano i medici che procurano l'aborto...
Tronando alle persone, dal punto di vista umano c'è un abisso fra Alex l'ultrabono modello-ballerino, ma patetico interiormente e la forza, la dignità di Joey Arias che, alquanto alto incollato nel latex, se ne va in giro sui suoi tacchettazzi-da-distorsione-della-caviglia eccitando sì i maschi, anche quelli omosessuali ma, soprattutto, sfidando il giudizio dell'omino della strada che incredulo grida:"nooo, non ci posso credere...è un maschio...è un uomo: damn!", rischiando del suo: del suo corpo, della sua anima.
Zumanity è, come dire, il mio B-side: lo chiamerò "Zumanity-side".
L' A-side è Serena mamma nevrotica ma molto appassionata, dedita (a intermittenza) ai cibi biologici, alla cucina ayurvedica, alla medicina antroposofica, ai giochi di legno, ai colori naturali che dipingono le varie stanze della casa: arancione-harekrishna in soggiorno, giallo zafferano in cucina, lavanda in camera da letto. Nella camera da letto di Jonah, ho in progetto uno spugnato a striscio che mescoli il verde pastello e il rosa pastello. Succede però che in questo tenero mondo -ho sempre vagheggiato e vagheggio tuttora il mondo di Beatrix Potter e di "Bosco di rovo"- c'è stata una proditoria irruzione dei Gormiti.
I Gormiti: esseri mostruosi, provenienti dall'isola di Gorm (quattro sassi in croce e un vulcano sempre attivo) di cui si contendono la supremazia. Per giunta sono di plastica: il massimo del diabolico post-modern. Sono alti pochi cm., possono essere di colori sgargianti oppure cambiare colore a seconda che vengano immersi in acqua calda o fredda...Hanno nomi incredibili: LINGUACIDA-LO STRITOLATORE DEI MARI, IPNORANA LA BEFFARDA, SQUALIS-IL MARTELLO DEI MARI, PANTANERA-IL SERGENTE DEL TERRORE, OMBRASSASINA, TRONCANNONE...e così via per 28 personaggi...ritengo filologicamente corretto specificare che siamo alla III serie. Mostri più carte per giocare come nei giochi di ruolo...
Bene, tutta la famiglia rincoglionita a recuperare i gormiti che vengono venduti in bustine singole chiuse, come le figurine, nei tabacchini e nelle cartolerie...Alla facciazza della pedagogia steineriana, del legno, dei colorini naturali, del pongo ultra naturale...Il consumismo e l'ossessione della collezione come cancro che si insinua senza pietà nel quotidiano.
A ben pensarci il Zumanity-side è, in effetti, un A-side, consapevole delle sfumature, del metissage dei generi sessuali, umani, razziali, una sorta di "inno del possibile"; il Gormiti-side, è il vero lato Oscuro, il vero baratro dell'umanità e dell'infanzia, dunque un vero B-side.

martedì 6 marzo 2007

Nel mondo di Zumanity e dei Gormiti-parte I

Le mie ossessioni di queste settimane, a parte il delirio depressivo, sono i Gormiti e Zumanity. In questa puntata vi parlerò. Zappando senza pietà a tarda notte, improvvisamente una specie di reportage attira la mia attenzione: la settimana scorsa su una tv locale, a tarda notte incrocio questo speciale sul making of dello spettacolo Zumanity: the other side of the cirque du soleil. Nella follia dei programmatori di TeleNuovo, doveva essere una cosa semi- o del tutto porno... si trattava invece di una telecamera che seguiva tre ballerini e uno dei "presentatori" dello spettacolo. Mi sono entusiasmata!Uno era un ballerino assolutamente prestante, Alex, che nei mesi della messa a punto finale dello spettacolo, tradisce la sua compagna, incinta, per mettersi con una ballerina della compagnia, quella con cui fa un duetto sexyssimo; una ballerina, Jonel, che si deve sposare con il suo fidanzato slavo, che non riesce ad entrare negli stati uniti per problemi di permesso; eppoi Joey, la più strafiga! Joey è un trans con un look anni '40, sembra Dita von Teese, ma più vecchia, con più (credo) piercing e più (credo) tatuaggi. Joey Arias, questo il suo nome, è un famoso trans di New York che lavora in spettacoli di cabaret, ingaggiata per fare il "guest" allo spettacolo di Zumanity: tutta di latex vestita per lo spettacolo (costumi di Thierry Mugler!!!!) sembra proprio Joel Grey da Cabaret. E' anche un po' triste la sua vicenda, perchè nella pre-prima dove presentano lo spettacolo per un certo numero di vip (c'era anche Cavalli...), non riceve buone recensioni, allora la produzione prova ad alternare in cartellone Joey con un altro strepitoso trans, sempre di New York e amico di Joey: Raven O. Raven O è giovane, molto aggressivo, con un immagine tipo-Madonna nel video di Sex, con i capelli cortissimi e ossigenati, tatuatissimo (voi sapete quanto io possa essere feticista riguardo i tatuaggi...), però secondo meno affascinante, più fisico. Mi ha un po' intristito questa situazione tipo Eva-contro-Eva.Così come mi ha intristito lo stordito (stra-bono, io pensavo che fosse mezzo afro, invece nella sua scheda di modello c'è scritto "latino") che quasi senza un plissè mette incinta la sua fidanzata con cui sta insieme da anni, ha una relazione, complice lo spettacolo, con una ballerina francese, secondo me ocona. Naturalmente non riesce a "scegliere", finchè la sua fidanzata con grande forza e savoir-faire e pragmaticità, lo molla, conscia che è un debole: altro che Endorf! Caro il mio Zambrius, magari ci fossero Endorfman!Secondo me pochi maschi contemporanei hanno queste sopraffine capacità, in questa società ipertrofica di immagini sessuali ma fobica verso il sesso; la cosa triste è che è venuta meno anche la capacità di amare, di volersi bene, di prendere contatto gli uni con gli altri con sentimento...Comunque, non volevo scivolare nel patetico, in realtà volevo dire che sono tanto attratta dall'ambiguità estetica e non dei trans. Certo che a Trento locali dove si possono vedere esibizioni di cabaret e di trans, pullulano prioprio...Vi segnalo i siti dove trovate un po' i soggettoni di cui vi ho parlato: www.joeyarias.com; www.raven-o.com; www.zumanity.com

mercoledì 28 febbraio 2007

Dread-Time

E' un momento di rara entropia: mi hanno tagliato il gas e, dunque, il riscaldamento, perchè non avrei pagato delle bollette del 2005, devo pagare un arretrato del nido di Jonah, del 2005...,devo pagare la seconda orrida rata della ssis, il padre di Jonah non lo vedo da quasi un mese. E' dura, è proprio dura in questo momento, non solo sotto il punto di vista economico: sono in costante psico-fibrillazione. Penso che non dovessi essere presentabile per la scuola, in quanto ad aspetto ed in quanto ad intelletto, sarei mezza liquefatta. Mi sento costantemente fuori da me...sono astratta, sognante, immersa nei pensieri e nelle mie angosce, di tessuto quotidiano, in questo periodo. Poche cose a nutrirmi, poche cose a confortarmi, pochi amici con cui parlare da cui essere capita e su cui riversare la mie tristezze. Sto tristemente scivolando verso l'afasia, verso l'afasia dell'anima...forse è meglio che mi rivolga a dei sani psicofarmaci...La cosa più penosa di me -sì, mi faccio proprio pena...- è che la fievolezza delle mie energie mi avviluppa piano, piano, quasi impercettibilmente ad una apatia senza più vita neuronale. Quindi non leggo, nessun libro mi fa compagnia, nessuna musica mi fa respirare: guardo solo la televisione, però non mi concentro. Dopo poco i miei occhi vedono meccanicamente: come ho potuto ridurmi così. E la mia condizione di sfigata, risalta comicotragicamente proprio dalla verve intellettuale e di esperienze che vedo nella Babi e in Giovanni, Andrea C. Niente fa fremere la mia anima, nè il mio spirito, nè il mio intelletto, nè il mio Io: figurarsi il corpo. In questo momento mi lascerei scivolare lentamente nell'acqua calda...così. Jonah? Chissefrega, lo amo, ma penso di essere una madre di merda nonostante le mie idee positive vibration, i miei ideali. Forse è meglio che lo cresca suo padre, forse è meglio che lo crescano i suoi. Come ho fatto a diventare così?