Sabato pomeriggio esco di casa con Jonah. Andiamo verso il centro, quando lui mi dirotta verso il Mercatino dei Gaudenti, un mercatino delle pulci e di brocantage e quant'altro, con un'idea ben precisa: ottenere un dente di squalo. Era già stato con il padre in mattinata, ma si spostano in bici e, inoltre, l'afromaschio-tutto-d'un-pezzo, è scarsamente permeabile a richieste di questo tipo. Invece, Jonah il pollastrello, conoscendo perfettamente una delle molteplici manifestazioni della mia compulsorietà, se c'è da comprare qualcosa, si rivolge a Mamma Serena, o Mimi, come mi chiama quasi sempre. Il dolce e risoluto Jonah porta a termine la "mission" ed io vagolo così e cosà per il mercatino riuscendo, incredibilmente, a non comprare niente altro. Incontro alcuni amici maschi che adoro, ma che vedo molto raramente per vari motivi, uno dei quali, la pigrizia. Ciarliamo allegramente, rincuorati da un certo numero di spritz e ci raggiunge Jonah, che in mezzo ai maschi adulti si sente un principe, e mi dice: "Mimi, guarda! un palloncino nel cielo! guarda altri palloncini!". Roberto gli domanda:"Lo sai dove vanno quei bei palloncini?" e Jonah: "Nello spazio termico".
Rumore di strozzo: lo spritz di Roberto si incaglia nei gorghi gargarozzici.
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lunedì 10 maggio 2010
lunedì 8 settembre 2008
Jonah
Jonah è, semplicemente, uno spettacolo: ha gli occhi di Bambi, il colore di Mowgli (a volte anche la sua agilità visto che si arrampica sulle cornici delle porte di casa...), il fisico asciutto, muscolosetto e nervoso. E' multiforme, sfaccettato e adattabile: sa adattarsi alla durezza del padre e alla mamma che lo porta a vedere tutti i film per bambini e che parla con lui con naturalezza dei Cavalieri dello Zodiaco.Sa come aggiustarsi a seconda dell'indole e del carattere delle diverse persone che compongono la famiglia.Al maso, Wady, poco dopo mangiato "raccoglieva" Jonah e lo portava a fare una dormitina:Jonah non era, diciamo, eccessivamente persuaso, però andava.Un pomeriggio lo vediamo scendere, come una saetta, dalle scale, si tuffa verso di me cingendomi la vita e mi dice, con un sorriso spianato: "Sono riuscito a schivare il papà!".
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